lunedì 18 luglio 2011

Gestione del diabete di tipo 2; cosa ci aspetta in futuro?

La prevalenza crescente, la patogenesi variabile, la storia naturale progressiva e le complicanze del diabete di tipo 2 mettono in luce la necessità urgente di nuove strategie di trattamento. Attualmente sono in fase di sviluppo gli agonisti ad azione prolungata (ovvero 1 volta alla settimana) del recettore del peptide 1 glucagone-simile, i quali sono in grado di aumentare la secrezione dell'insulina prandiale, di ridurre la produzione eccessiva di glucagone e di favorire il senso di sazietà. Si stanno inoltre portando a termine numerosi studi sugli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4, i quali potenziano gli effetti degli ormoni incretinici endogeni. 
Tra i nuovi approcci alla regolazione glicemica figura l'uso di inibitori del cotrasportatore sodio/glucosio di tipo 2, che aumentano l'eliminazione del glucosio renale, e di inibitori della 11-β-idrossisteroide deidrogenasi, che riduce gli effetti dei glucocorticoidi nel fegato e nel tessuto adiposo. Si stanno analizzando gli attivatori della glucochinasi per il rilascio dell'insulina, gli agonisti dei recettori degli acidi grassi accoppiati alla proteina G pancreatica, gli antagonisti dei recettori del glucagone e gli inibitori metabolici dell'output epatico del glucosio. È stato realizzato un primo studio pilota sui composti che potenziano e in parte imitano l'azione dell'insulina, riproducendo alcuni degli effetti della chirurgia bariatrica.