Reblogged from Giorgiobertin
Si chiama “Cancer Cell Line Encyclopedia“, ed è nata su iniziativa del Broad Institute of Harvard and Mit (Usa), del Dana-Farber Cancer Institute, del Novartis Institutes for Biomedical Research (Nibr, Usa) e del Genomics Institute of the Novartis Research Foundation (Usa), con lo scopo di ottimizzare l’allestimento dei trial clinici, aiutando i ricercatori a calcolare quale tipo di paziente, e quindi quale tipo di tumore, potrà rispondere meglio a una determinata terapia, in modo da renderla sempre più personalizzata (Tutorial).
Un’ enciclopedia online, liberamente consultabile, aperta sia al mondo accademico sia a quello industriale, con dentro tutte le informazioni genetiche (variazioni nelle sequenza nel dna o nel numero di copie geniche e livelli di espressione di rna) di quasi mille linee cellulari tumorali umane. Dove alle informazioni genetiche si uniscono quelle farmacologiche, visto che per metà delle linee cellulari infatti è disponibile il pattern di sensibilità a 24 diversi farmaci antitumorali, calcolati grazie ad alcuni algoritmi che si basano sul profilo genetico delle stesse linee cellulari. Rendendo così possibile predire l’efficacia o la resistenza a un determinato composto attraverso dei marcatori genetici.
Nello stesso numero di Nature, alcuni scienziati del Massachusetts General Hospital (Usa) e del Welcome Trust Sanger Institute (UK) guidati da Mathew J. Garnett hanno presentato un progetto simile alla Cancer Cell Line Encyclopedia. Si tratta del Genomics Drug Sensivity in Cancer.
Leggi abstract:
The Cancer Cell Line Encyclopedia enables predictive modelling of anticancer drug sensitivity
Jordi Barretina,Giordano Caponigro,Nicolas Stransky,Kavitha Venkatesan,Adam A. Margolin,Sungjoon Kim,Christopher J. Wilson, + al.
Nature 483, 603–307 (29 March 2012)
The Cancer Cell Line Encyclopedia enables predictive modelling of anticancer drug sensitivity
Jordi Barretina,Giordano Caponigro,Nicolas Stransky,Kavitha Venkatesan,Adam A. Margolin,Sungjoon Kim,Christopher J. Wilson, + al.
Nature 483, 603–307 (29 March 2012)
Fonte ed approfondimenti: Daily.wired.it