giovedì 7 giugno 2012

Ferro e zinco nel piatto 'aiuto' a scuola per le studentesse

La dieta migliora la salute ma anche la pagella. Il rendimento scolastico, infatti, dipende anche da quello che mettiamo nel piatto: il ferro e lo zinco contenuti negli alimenti influiscono sui risultati scolastici, e ciò vale in particolare per le ragazze. E per i voti in matematica. A confermarlo è uno studio, condotto su quaranta studentesse dal servizio di fisiopatologia metabolico-nutrizionale dell’Istituto scientifico di Montescano, Irccs Fondazione Maugeri, e pubblicato sulla rivista Current Topics in Nutraceutical Research.
L’assunzione di ferro è legata a buoni voti in matematica, scritto e orale, e in italiano scritto. Lo zinco invece influisce sui risultati in matematica ma non in italiano. I ricercatori sottolineano che mantenere una media scolastica superiore al 6 in tutte le materie, memoria, attenzione, capacità di ragionamento e ideazione, per molti studenti è semplice, ma a molti altri costa fatica. E il risultato non sempre dipende dalla naturale predisposizione o dalla volontà e l’impegno. "L’impatto negativo dell’insufficienza alimentare sulla capacità di apprendimento dei bambini è ampiamente documentato, come è stato anche dimostrato che la carenza di ferro riduce il rendimento scolastico, mentre l’integrazione di ferro, quando manca nella dieta, migliora le performance", sottolinea Roberto Aquilani, responsabile del servizio di fisiopatologia metabolico-nutrizionale della Fondazione Maugeri.
Lo studio, realizzato in collaborazione con gli insegnanti della scuola Faravelli di Stradella (Pv), ha indagato in particolare gli effetti di ferro e zinco assunti con la normale alimentazione nell’apprendimento scolastico delle ragazze in età adolescenziale, che notoriamente soffrono di carenza di questi elementi, in particolare del ferro, in parte perché ne assumono meno rispetto ai maschi, in parte perché a questa età ne perdono in quantità maggiore per via dei cicli mestruali. Sono state quindi arruolate quaranta studentesse di età media 14 anni ed è stato chiesto loro di tenere un diario alimentare per sette giorni al termine del primo quadrimestre dell’attività scolastica.
I dati raccolti attraverso i diari e i voti scolastici hanno evidenziato il legame tra buoni voti e un alimentazione con sufficienti livelli di ferro e zinco.
Inoltre per tutti i nutrienti assunti dalle ragazze, ad eccezione di ferro e zinco, si sono rilevati valori simili sia nelle studentesse con buoni voti sia in quelle con voti insufficienti. L'assunzione di ferro e di zinco è invece significativamente maggiore nel gruppo di ragazze che ha i risultati migliori. Questo dà maggiore rilevanza alle conclusioni: i due nutrienti influiscono in modo considerevole sull’apprendimento e il rendimento scolastico. Il rapporto appare ancora più forte quando i due micronutrienti vengono considerati insieme.
"È interessante sottolineare - conclude Aquilani - che non sono stati somministrati integratori di ferro e zinco nella dieta delle studentesse prese in esame e che la valutazione del rendimento si è basata sui risultati ottenuti all’interno dei programmi scolastici, non da test di valutazione specifici. Questo fa pensare a una lunga durata dell’azione di ferro e zinco, se assunti regolarmente in modo da garantire al cervello un apporto costante".