L’Emilia-Romagna è la regione italiana con la più sviluppata Assistenza domiciliare integrata, una delle principali modalità assistenziali delle cure primarie e dei servizi territoriali.
Lo rileva la nona edizione del rapporto Osservasalute, un’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata oggi a Roma all’Università Cattolica.
In un anno la regione ha trattato in assistenza domiciliare 2.064 pazienti per 100mila abitanti, contro una media nazionale di 886, un dato fortemente aumentato negli ultimi anni che è andato di pari passo con la riduzione del tasso di ospedalizzazione. Il tasso di assistenza domiciliare è passato da 1.405 assistibili nel 2006 a 2.064 assistibili nel 2009 (per 100.000 abitanti), miglioramento che è andato di pari passo con la riduzione del tasso standardizzato di ospedalizzazione passato da 171,2 nel 2006 a 163,6 nel 2009 (per 1.000).
Una situazione che fa bene anche le casse del sistema sanitario regionale: nel 2008 in Emilia-Romagna il rapporto spesa/pil è pari al 5,64% (valore medio italiano 6,87%).
La spesa sanitaria pro capite nel 2008 è di 1.912 euro (+17,31% dal 2004), a fronte di una spesa media nazionale di 1.833 euro. Sempre nel 2010 l’Emilia Romagna ha un avanzo procapite di 6 euro.
Fra i dati diffusi sulla salute degli emiliano-romagnoli, emerge anche che in Emilia-Romagna il tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) è pari a 1,5 figli per donna (1,25 per le donne italiane; 2,47 figli per le straniere) superiore al valore medio nazionale (1,41): l’età media delle donne al parto è di 30,9 anni.
L’Emilia-Romagna è anche la regione con più mamme straniere (27,6%) e si conferma anche quest’anno la regione più multietnica, cioè quella col maggior numero di nati da mamma e padre entrambi stranieri, il 22,9%. ù
L’Emilia-Romagna fa segnare uno dei dati più alti a livello nazionale per il consumo di alcol e di antidepressivi: i consumatori di alcoli sono infatti il 73,9% – valore maggiore in Italia ex equo con il Friuli – contro un valore medio nazionale del 68,5% e si registra un consumo di antidepressivi pari a 41,7 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2010, mentre a livello nazionale il consumo medio è di 35,72.